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I FRATI
I luoghi di Pancalieri, sotto la giurisdizione del Barone di Lullino, Cavaliere Principalissimo di Casa Savoia e che aveva quasi per eredità nella famiglia l’onorificenza dell’Ordine dell’Annunziata, in proporzione dei luoghi vicini era molto popolato "di gente buona, docile e molto donata al travaglio dell’agricoltura". Il Pievano soleva tenere un Vicecurato: ma nel 1617 ne ebbe uno poco idoneo ai bisogni del luogo. Un certo Sebastiano Basano, pancalierese e di professione cavallante, preso motivo da questo fatto, sorse a predicare contro il Clero e si diede a mangiar cibi proibiti con grande scandalo e a far altre cose in disprezzo della Religione. Temendo qualche castigo, si ritirò nella Valle di Lucerna dove si dichiarò eretico manifesto; s’istruì negli errori dei Valdesi, e col pretesto di portare in patria formaggi e castagne e riportare grani e ortaggi, ritornava sovente a Pancalieri e Carmagnola, dove contro l’editto di Carlo Emanuele che condannava all’impiccagione gli spargitori degli errori Valdesi, predicava nelle stalle e nei crocchi, e già aveva fatti alcuni proseliti. Fu preso, condotto a Torino e bruciato vivo. La moglie e i figli cattolicizzati vissero da buoni cristiani. Don Chiaffredo Morra di Pancalieri, allievo del Seminario di Torino, di mediocre ingegno ma di grande pietà, fatto Parroco della Torre in Val di Lucerna da Mons. Broglia, venendo a conoscenza delle miserie spirituali della sua Pancalieri, deliberò d’impegnare parte dei suoi beni per istituirvi una Missione contro gli eretici.
Dopo varie vicende accettarono i PP. Cappuccini che si stabilirono nel 1622. Appena si presentarono a confessare, predicare e far la Dottrina Cristiana il popolo pancalierese li accolse giubilante e andava a gara a provveder loro da vivere, in modo che avevan più pena a rifiutar le elemosine che a cercarle.
Si resero celebri in Pancalieri:
Fra Ludovico Rostagno da Nizza, tuto spirito e fervore; morì dopo pochi mesi
Fra Duco da Moncalieri, di qualità tanto amabili da attirare sé l’anima di tutti e specialmente dei poveri; predicava ed esponeva la Dottrina con singolare talento: pazientissimo e assiduo nell’ascoltar le confessioni, e siccome prima non si conosceva il modo di ben confessarsi, molti del popolo fecero a lui la confessione fenerale. Chiamato altrove morì servendo con sviscerato amore gli appestati. –
Padre Michelangelo da Agliè, dei Signori di Agliè. Nonostante che Pancalieri sia stata
intieramente rovinata da furiosa peste e dal trinceramento dei sildati quando fu presa Pinerolo, modo che fu intieramente rinnovata negli abitanti, continuò tuttavia la residenza dei PP. Cappuccini. (Archivio Parrocchiale di Pancalieri).

IL MONASTERO dell’ANNUNZIATA
E’ incerto, per ora, come quando e da chi fu fondato. Le Costituzioni vennero approvate da Mons. Bergera il 6 gennaio 1658; in esse si osservano la Regola del Terz’Ordine di S. Francesco e S. Chiara coi tre voti.
Il Monastero era sito in luogo limitato tra la Parrocchia e il canale del mulino. Aveva tre porte: una presso la Chiesa, per l’ingresso del confessore e gli inservienti del Monastero; l’altra uscita rustica a mezzogiorno per i veicoli, carri e per le vettovaglie; la terza verso il torrente per lavare i panni: tutte e tre le suddette porte chiuse con una sola chiave. Presso il Coro era il dormitorio con quattro strati e poi il refettorio con officina dei medicinali e altri abitacoli che sapevano di grande strettezza e povertà; vicino il parlatorio interno ed esterno con tetto e muri assai rudi, con grate di legno, prossimo a rovina e da trasferirsi altrove. La Chiesa del Monastero di cui si vedono ancora due lesene in via Trento e Trieste con due dipinti di S. Francesco e di S. Chiara, aveva una sola navata a volta rotonda larga m. 6.50 a cordoni incrociantisi lunghi m. 9; i muri bianchi ornati con parecchi quadri grandi e piccoli di diversi Santi. Aveva un bel altare con tabernacolo di legno lavorato dove conservavasi il SS. Sacramento. Sovrastava l’altare una grande icona della SS. Annunziata. Dinanzi ardevano continuamente alcune lampade spesate dalla Contessa Sanfredi. Da un lato dell’altare, chiuso da cancelli di legno, il Comunicatorio delle Monache e di fianco la Sacrestia con un piccolo altare in mezzo e attorno grate di ferro con finestrine di legno che servivano da parlatorio, aperture oblunghe per togliere e mettere i sacri paramentali, e il confessionale di legno con grate perforate.
In un altro altare si conservano le Reliquie dei SS. Natale ed Eufemia Martiri, donate da Don Filippo Ardusso Cappellano Reale, il 10 giugno 1662: sopra l’altare l’icona della Deposizione di Gesù dalla Croce con la Madonna e i SS. Giovanni, Maddalena, Francesco e Chiara. Al lato sinistro il Comunicatoio, il Confessionale e il sepolcro delle Monache. In fondo e a fianco del Coro il campanile ad uso del Monastero e della Chiesa; non si faceva mai baldetta. Nel 1730 vi erano 15 Monache professe, 4 converse e una novizia. Alcune Monache furono miracolate dal B. Sebastiano Valfrè e di esse parleremo in seguito. Nel 1730 era Abbadessa Donna Angela Del Pozzo eletta a voti scritti dalle Consorelle, assistendo il Pievano Confessore e poi approvata ufficialmente. Nel 1769 era Cappellano del Monastero Don Giuseppe Francesco Grioglio di Villafranca. La cascina Andreis era di proprietà del Monastero, il quale possedeva pure il campo detto la Madonnina, perché vi si trovava un pilone e anticamente una chiesetta. Le Clarisse vennero espulse da Napoleone nel 1805 e la loro Chiesa adibita a stalla e fienile. (Dagli Archivi Arciv. Torino e Parrocch. Panc.).

Il B.SEBASTIANO VALFRE’
Veniva assai spesso a Pancalieri per visitare le monache di S. Chiara del Monastero dell’Annunziata, mandatovi dall’Arcivescovo di Torino come uomo veramente apostolico per rappacificare gli animi e a tutelare la regolarità e la libertà delle elezioni degli uffici monastici. Veniva a piedi o col carropanca, o colla vettura della buona Marchesa di Pancalieri, Maria di Genève sua figlia spirituale. Un giorno la Marchesa gli offrì una grossa somma di denaro pei poveri di Torino oppressi dalla carestia, ma il Valfrè la rifiutò dicendole di distribuire ai poveri di Pancalieri, poiché egli sapeva che molti non avevano pane da sfamarsi; la Marchesa fece allora consegnare al Parroco oltre 300 doppie per i poveri. Le Monache di S. Chiara trovandosi un giorno strette da grande penuria si radunarono in coro per pregare la Divina Provvidenza a soccorrerle. Non avevano ancora finito di pregare che giunse alla Superiora una lettera del Beato con avvolti alcuni luigi d’oro in elemosina. Le Clarisse ebbero una grande venerazione per Lui e quando lo seppero morto lo pregarono come un santo e colla sua intercessione ottennero grazie segnalate. Nel 1715 Suor Angela Maria del S. Giov.Batt. Lamberti, già viaticata e vicina a morire, fu risanata mediante una lettera del Valfrè che la Madre Superiora Suor Chiara Arnaldi le aveva applicata sulla testa dolorante e da cui parve uscire una fiamma di fuoco. Nel 1719 un grande incendio minacciò di rovinare completamente il Monastero. Suor Anna Teresa di Gesù corse a prendere la lettera del Beato per gettarla nel fuoco, ma non ebbe il coraggio di farlo. Allora Suor Felice Benedetta Barberis fece recitare un Pater ed un’Ave da un fanciullo, entrato colla gente accorsa a spegnere l’incendio, e poi gli comandò di gettare la lettera dove più grande era l’incendio. Si videro allora con meraviglia le fiamme ritirarsi rispettose e a poco a poco cessare interamente l’incendio. Il Marchese Ercole di Priero, Signore di Pancalieri, uomo tanto celebre in Europa e specialmente in Italia per le sue imprese e ambascerie, morto poi Governatore delle Fiandre, tenne in così alta stima Sebastiano Valfrè che gli affidò la nomina del Parroco di Pancalieri. Egli infatti venne a dare il possesso parrocchiale al Pievano Debernardi e in tale occasione celebrò la S. Messa dalle Clarisse, fra le quali aveva fatto entrare la sua nipote Maria.
La famiglia Bonaudi, una delle più ragguardevoli di Pancalieri, possiede alcuni oggetti di vestiario del Beato e un suo preziosissimo autografo. Note: (Dall’Arch. Parr. E Vita del B.Sebastiano Valfrè).

L ' OSPIZIO
Il 6 novembre 1884 spuntava in Pancalieri, sotto gli auspici di S. Gaetano Tiene, l’ospizio di Carità, in sollievo dei poveri vecchi, dei cronici e degli orfanelli, per opera del Teol. Can. Giovanni Boccardo Pievano del luogo. Il Pievano Boccardo prese in affitto dall’Avv. Comm. Augusto Clara, grande benefattore dei poveri, alcune stanze al primo piano in un suo casamento già antico filatoio. Il Clara conosciuto l’intento del Pievano fece riattare a sue spese le stanze necessarie al ricovero gli fece una generosa offerta. Da quel giorno coll’egregia sua consorte Carolina Bruno fu tra i più generosi benefattori della pia opera. I primi a entrarvi furono tre poveri. Le giovani del luogo che si erano offerte a lavorare il corredo della biancheria, si offersero anche a servire i tre vecchi. Libra Domenica di Giov. Batt. e Carlotta Fontana di Andrea il 21 novembre 1884 furono le prime a dedicarsi perennemente al servizio dei poveri, facendo con loro vita comune. Il Dott. Luigi Berlenda offrì gratuitamente l’opera sua.
Coll’incoraggiamento del Cardinal Alimonda Arciv. di Torino e il consiglio di Don Ignazio Canavera e di Don Bosco fondò le Suore di S. Gaetano per accudire i suoi ricoverati. Diede loro una divisa e una regola approvate dall’Arciv. Mons. Davide Riccardi e dal Card. Richelmy. Le povere Figlie di S. Gaetano si sparsero poi nel Piemonte e nell’Italia e l’Ospizio di Pancalieri rimase casa madre della Congregazione fino al 1927. Nel 1885 si compò la casa dell’attuale Ospizio, che poco per volta raggiunse le proporzioni e la forma attuale. (Vaudagnotti, Vita del Can. Boccardo).

L ‘ OSPEDALE
Venne principiato il 5 luglio 1790 su disegno dell’Architetto Giulio a spese di Giovanni Battista Rivolta speziale di Pancalieri. Fu ultimamente ampliato e rimodernato e benedetto il 28 ottobre 1933 da Sua Em. Il Card. Maurilio Fossati, Arcivescovo di Torino.

L'ASILO
Nel 1875 sotto la presidenza del Pievano Don Giov. Pietro Camerlo si formò un comitato di 170 azionisti e con il generoso concorso di Vittorio Emanuele II e delle Altezze Reali il Principe di Carignano e il Duca d’Aosta e di altri Enti civili e religiosi si fondò l’Asilo infantile. IL Cav. Avv. Alessandro Clara, sindaco di Pancalieri ottenne il 6 maggio 1875 il regio decreto di erezione in ente morale con approvazione dello statuto organico. Venne aperto il 18 gennaio 1876 nel locale della Congregazione di carità gratuitamente, e affidato alle RR. Suore Giuseppine di Pinerolo. Lasciarono all’Asilo legati testamentari: il Cav. Alessandro Clara, Sig. Paolina Clara Paliotti, il Cav. Giacomo Andrea Oddono, il Dott. Giov. Oddono, il Comm. Avv. Giuseppe Inviziati, il Can. Giacomo Antonio Gamba, e il Sig. Giuseppe Pensa. (Can. Giov. Boccardo, Discorso nel Decennio dell’Asilo).

CASE RAGGUARDEVOLI
Nel 1791 erano elencate in Pancalieri come case ragguardevoli quelle: del Conte Bernardino Nicolao Morra di Carpenea, dell’Avv. Carlo Bonaudo, del Dott. Domenico Bonaudo e suo fratello Gian Battista, del notaio Gerolamo Ruscasio, dell’Avv. Giulio Oddono, del Sig, Pietro Antonio Caligaris che possedeva un filatore e la filatura, dei Sig. Rivolta, Debernardis, Gamba, Ghigo, Agnelli, Andreis, Cappello, Ferrero e Riccardi. (Grossi, Corografia della Prov. Di Pinerolo, Pancalieri).



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