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La Giustizia a Pancalieri (secoli XV - XVIII)



Elenco e note introduttive del dr. Paolo Libra

Descrizione

Il castellano, scelto dal feudatario, esercitava la giurisdizione civile e criminale. Fino ai primi anni del Cinquecento i signori di Racconigi erano soliti servirsi anche di un giudice ordinario, deputato alla risoluzione delle cause di maggior valore e difficoltà, poi caduto in disuso. Il castellano, altrimenti detto anche podestà, doveva essere necessariamente forestiero e farsi garantire, all'atto dell'assunzione in carica, da un pancalierese, che prometteva di rispondere dei danni che potessero nascere dall'esercizio di una funzione tanto delicata. Tra i compiti del podestà rientrava anche quello di presiedere il consiglio comunale, in rappresentanza del vassallo, nonché di vigilare sull'ordine pubblico.
Requisito essenziale per la nomina era la qualifica di notaio, un gradino più in basso rispetto a quella di dottore in legge.
Dalle sentenze del castellano si appellava al giudice di seconda cognizione, parimenti designato dal feudatario e provvisto della qualifica di avvocato. Tra il Duecento ed il Trecento, quando il Pancalieri era infeudato ai Provana, il tribunale d'appello era il giudice generale di Pinerolo oppure il vicario di Saluzzo, a seconda dell'orientamento politico del signore. Con la conquista del castello da parte del principe Ludovico, per almeno otto anni i pancalieresi si servirono certamente del primo. Il tribunale d'appello, quindi, sedette in Racconigi per quasi duecento anni (1418-1605). L'occupazione francese del Piemonte (1536-1559) vide la creazione, a Torino, di un "giudice dei territori al di qua del Po", quasi unicamente utilizzato per controversie tra vassalli e particolari e tra comunità (lite sui confini, per questioni di acque…), nella cui circoscrizione venne ricompreso Pancalieri. Il marchese Cesare della Rivera (dal 1609) utilizzò, come giudice d'appello, il prefetto di Pinerolo. Dopo il 1616 i Lullin tornarono a nominare un proprio avvocato di fiducia (spesso di Torino) per risolvere in secondo grado le controversie già giudicate dal castellano. Tra la fine del Seicento e i primi del Settecento pressanti disposizioni ducali prescrissero una generale uniformazione della giustizia, che culminò con l'uso generalizzato del prefetto, funzionario ducale, come giudice di appello per tutti i paesi della provincia. Prima, infatti, stante la presenza di una miriade di giudici di seconda cognizione, il prefetto era relegato a conoscere le controversie che opponevano i signori con le comunità e le comunità fra loro. Pancalieri dipese via via dalla prefettura di Moncalieri (1560-1575), da quella di Pinerolo (1575-1622), da quella di Savigliano (1622-1723), di nuovo da quella di Pinerolo (1723-1730), nuovamente da quella di Savigliano (1730-1749) ed infine ancora una volta da Pinerolo (1749-1800). I podestà si riunivano ogni anno nella sala del consiglio comunale del capoluogo e promettevano, davanti a tutti gli uomini di legge della circoscrizione, di rendere giustizia con equità, rispettando le leggi ducali e le consuetudini del luogo (il giuramento avveniva generalmente il 16 novembre).
I prefetti, ogni tre anni, dovevano compiere le assisie del proprio distretto, cioè in giorni prestabiliti, preceduti dall'affissione di un manifesto, si recavano in ogni paese su cui avevano giurisdizione per sentire le doglianze della popolazione nei confronti del giudice e, se del caso, condannarlo civilmente e penalmente.
Avverso le sentenze dei giudici d'appello si poteva adire il Senato di Piemonte (precedentemente detto Consilium Thaurini residens), le cui pronunce erano insindacabili, salva la possibilità di ricorrere direttamente al duca.
Le materie contabili erano di competenza della Camera dei Conti. Nel Seicento venne creato l'intendente, funzionario deputato al controllo delle finanze comunali e alla conoscenza in prima grado delle cause demaniali. Pancalieri venne assegnato prima all'intendenza di Savigliano (fino al 1696), quindi a quella di Pinerolo (1697-1800).
Durante il Settecento, quindi, il paese ebbe due capoluoghi: Savigliano (prefettura) e Pinerolo (intendenza). Spesso i due funzionari venivano in contrasto, perché le competenze non erano ben definite.

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